19 marzo 2017
U12 – CONCENTRAMENTO PAULLO
19 Marzo 2017
Giocatori: Abbatecola, Aru, Barbieri, Belgio, Bensi, Borsotti, Canella, Capelli, Carrara, Cauchi, Colombani, Fasciano, Facchini, Galazzi, Gesti, Guarnieri, Lodigiani, Longo, Mazzoleni, Nuzzolo, Pileggi, Principato, Scalisi, Sciancalepore, Sebastio, Siddi, Trentarossi, Trovato.
Società partecipanti: Chicken, Iride Cologno 1 e 2, Lecco, Rugby Metanopoli 1 e 2, Paullo
Sta diventando ormai una consuetudine presentarsi sul campo in 30 giocatori, infatti dopo Abbiategrasso sul prato di Paullo le maglie arancio nere sono tantissime.
A fronteggiare le spine dei nostri Spike, su un campo davvero troppo dissestato per potersi definire praticabile ci sono due formazioni dell’Iride Cologno, una del Lecco e una dei padroni di casa. Sarebbe molto importante cercare la regolarità e la sicurezza del gioco proprio a partire dal terreno di gioco, mentre a volte pare che, come tutto il movimento rugbystico, ci si smarrisca in mille attenzioni di presunta sicurezza senza poi focalizzare le reali priorità. Questo concentramento è l’occasione d’oro di provare la formazione convocata per il torneo nazionale di Noceto previsto per il 2 aprile prossimo, e da una prima occhiata si può dire che gli Spike si fanno sentire.
Trovandosi su un campo decisamente troppo piccolo per 12 giocatori (metà di una metà campo regolare) il gioco diventa fin da subito molto fisico e di contatto, un bell’allenamento per farsi un po’ di ossa contro il Cologno prima, il Lecco poi, e nonostante un primo tempo di totale black out contro quest’ultima formazione gli spini si riprendono alla grande portando a casa con un dozzina di mete realizzate in totale (il doppio di quelle subite). I muscoli son caldi per provare a giocarci come si deve il torneo di Noceto, nonostante le solite imperfezioni che ci portiamo dietro. Gli Spini sicuramente non vedono l’ora di misurarsi in questa fantastica avventura, che è rappresentata dal torneo di caratura nazionale. La presenza in questi tornei ci deve dare l’occasione di misurarsi con metodi di gioco e di lavoro diversi da quelli che ritroviamo nelle squadre viste nei nostri concentramenti territoriali e di godere appieno la festa del rugby che in questi tornei si riesce pienamente a vivere.