Lorenzo nel ricordo di Alberto
Ciao Lorenzo, è passato già un mese da quando ci hai lasciato, alcuni ti hanno già dimenticato, tanti hanno iniziato a capire che grande personaggio eri solo adesso che non ci sei più.
Poi ci siamo noi, i tuoi amici più cari, quelli che ancora non se ne fanno una ragione, quelli a cui manchi tanto, quelli che non c’e’ un giorno che non pensano a te almeno 5 minuti.
Come dicevi sempre tu, il tempo è la migliore medicina, per cui il grande dolore sta lentamente lasciando il posto ai ricordi piacevoli, ai bei momenti che abbiamo passato insieme a ridere, a scherzare, ma soprattutto a costruire, costruire un qualcosa a cui pochi all’inizio credevano, fare rugby a San Donato, o meglio rifare il rugby a San Donato.
Ricordo con piacere e malinconia le serate e le nottate passate a casa tua nel 2007 a parlare di rugby, con un gruppo da noi chiamato "banda degli anoressici” per via di quel sottilissimo piacere di mangiare di tutto durante gli incontri e tante volte a notte fonda chiudere con la tua carbonara. Abbiamo passato decine di serate per scegliere il nome della società, i colori sociali, il nostro stemma, il nostro porcospino. Ricordo le tue tigelle, le piadine, i tortellini, i cappelletti, la tua anima emiliana-romagnola.
Il 14 novembre 2009 quando a San Siro davanti agli All Blacks abbiamo firmato la nascita della società, eri felice, stavi già pensando a quando saremmo stati in serie A, a quando uno dei nostri ragazzi avrebbe giocato in nazionale. Non ti sei demoralizzato mai neanche quando ai primi allenamenti ci trovavamo dietro ai negozi in 5, 6 massimo 8 ragazzini, che non sapevano neanche cosa fosse un pallone ovale, dicevi che da qualcosa bisognava iniziare, ma guardavi sempre avanti.
I tuoi innumerevoli "pipponi” che ci facevi ai consigli, praticamente un monologo di ore, su tutto quando girasse intorno al rugby, alla nostra società, al nostro comune. Non ti sopportavamo per il tuo modo di condurre le riunioni, ci sfinivi fino a mezzanotte con le varie ed eventuali per poi prenderci per stanchezza e farci approvare quello che volevi tu, un grande stratega.
Una volta al campo hai convinto me e Paolo Malacart per una spedizione importantissima il giorno dopo, ci hai portato in cima alle montagne piemontesi da un tuo amico per fare la birra, la birra dei porcospini, una delle tue innumerevoli invenzioni.
Ricordo quando mi hai chiesto di accompagnarti a Chiesa per parlare con il sindaco di Chiesa e quello di Caspoggio per farci sponsorizzare il campus estivo, abbiamo passato una giornata piacevolissima a parlare, a mangiare e a ricordare la nostra infanzia in quel di Chiesa. Nel tardo pomeriggio mi hai detto che non ci sarebbe stato nessun incontro, che era solo una scusa per poter passare un giorno con me, il tuo fratellone come mi chiamavi sempre.
Sempre di Chiesa ricordo le vacanze a casa tua, durante il campus estivo, la casa si riempiva di decine di ragazzi che tu sapientemente comandavi in stile militare. Le tue interminabili notti a fare solitari, io non capivo come potessi perdere cosi tanto tempo a fare solitari, tu mi rispondevi che ti rilassava e che in quei momenti riuscivi a pensare a cosa poter fare da grande.
Mi manchi tanto fratellino, penso sempre che sia tutto uno scherzo. La mattina la prima cosa che guardo al cellulare è se sono arrivati dei tuoi messaggi, ne mandavi a migliaia tutta la notte, non li sopportavo, ma adesso mi mancano tanto. Ti dicevo di dormire, ma tu mi rispondevi che avremmo potuto dormire e riposarci da morti, che non bisognava sprecare il tempo nel dormire. Purtroppo ti sei addormentato troppo presto. Ti bacio tanto come sempre finivano i nostri messaggi e le nostre telefonate. We are a dream: cercheremo di portare avanti i tuoi sogni e di essere il nostro sogno.
Alberto
(NDR Alberto Chizzoni)